Prima giornata


Facendomi cavaliere, mio padre mi ha donato un arabo grigio, forte di struttura ed elegante di portamento, perché è ben domato, agile, risponde al comando, ha gli zoccoli duri, è avvezzo ai sentieri di montagna. Una cavalcatura simile mette in risalto colui che monta in sella e gli dà prestigio, ma in questo momento io fremo ugualmente di timore perché non è questione di cavallo: l'anello debole sono io. Catello di Luca ha l'acqua di mare nelle vene, ama i legni, le vele e le sartie, non i destrieri, non il monte. Finché si tratta di andare al passo me la cavo e per inerpicarsi va ancora bene. Ma se in radura mi trovassi a dover spronare l'animale al galoppo per dare inseguimento ai briganti o, peggio, dovessi dar loro battaglia montando in sella, sarei in grave pericolo. La famiglia me lo impone e mi farò coraggio, ma questa impresa, per me, è nera come l'inferno.

Questo è ciò che viene ad essere secondogenito. Sempre meglio che bastardo raccattato in un fosso: quello servo, io libero; a lui fame e stracci, a me pane e panni belli. Ma mi tocca pure la guerra perché non Andrea, ma Catello è spedito in armi! A mio fratello spetta ogni attenzione e cura, a me restano gli impicci. Lui non deve dimostrare nulla, ogni cosa gli spetta di diritto. Io invece sono sempre alla prova, ma non ho scelta: le mie speranze dipendono dalla volontà di mio padre. Se darò lustro al nostro nome, mi metterà in mare e mi porterà con sé nei suoi commerci; se fallirò, mi lascerà ad Amalfi con le donne di casa. Mi gioco tutto in questa partita.

Ma ecco, i servi hanno già sistemato i bagagli. È tempo che mi issino in sella, sono quasi ultimo e si è già pronti a partire. Conto quattro cavalieri e nove fanti, che comprendono un chierico benedettino e i garzoni; da questi ultimi, all'occorrenza, si caveranno altre braccia armate. Dicono i vecchi, e certamente hanno le loro ragioni, che tanto basterà per riportare il ladrone vinto, oppure morto, perché grande è il valore delle nostre spade. Però ignorano quanto male sia condotta la mia, sicché io posso solo fidare nei compagni e sperare, al contempo, che essi non fidino troppo in me perché, se lo facessero, saremmo tutti perduti.


Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia